Si parla tanto di corruzione.
Ogni giorno in Italia una nuova vicenda sembra sconvolgere il mondo della politica, mentre l’opinione pubblica sembra sempre più assuefarsi a questi comportamenti.
Ma siamo sicuri che quando parliamo di corruzione pensiamo tutti alla stessa cosa?
Ad esempio, i magistrati quando indagano cercano comportamenti che integrino il reato del codice penale, mentre noi della prevenzione della corruzione esploriamo un campo sconfinato di condotte e situazioni dell’agente pubblico che “inquinano”, “distorcono” o semplicemente “si sovrappongono” all’azione amministrativa.
Essendo costantemente in contatto con agenti pubblici per via della nostra attività di formatori ci siamo resi conto che di corruzione si parla tanto, ma spesso però non si conosce veramente il fenomeno.
La corruzione non è un’emergenza. La corruzione è un costo strutturale di una relazione complessa e necessaria che esiste tra amministrazione e agente che la rappresenta. C’è sempre stata e sempre ci sarà, nonostante encomiabili ma ingenui tentativi di spazzarla via. Quello che possiamo fare è tentare di ridurne gli effetti perversi, che sono numerosi, a volte palesi a volte oscuri, e che uccidono progressivamente una comunità.
L’unico sistema utile ridurre gli effetti perversi della corruzione è conoscerne in profondità i meccanismi. E’ abbastanza noto che la corruzione dipende da come funzionano o non funzionano le amministrazioni. Meno noto è il fatto che essa dipende anche dalle particolari configurazioni degli interessi pubblici e privati in gioco e da come essi tendono a sovrapporsi. Infine, dipende enormemente dai meccanismi di manipolazione e auto-manipolazione degli agenti pubblici e da una serie infinita di dinamiche che ne influenzano l’azione in concreto.
La prevenzione della corruzione è architettata per “Misure”. La più rilevante è la formazione, una misura che dovrebbe migliorare la qualità degli agenti pubblici nel comprendere il fenomeno corruzione.
Per noi di SPAZIOETICO la formazione dovrebbe essere erogata attraverso modalità innovative che favoriscano la partecipazione ed il coinvolgimento non formale degli agenti pubblici. Ad esempio, l’analisi di casi e concreti e l’apprendimento attraverso “dilemmi etici”.
Un avvertimento. Quello che vi proponiamo nella somministrazione della prima pillola di integrità non ha nulla a che vedere con l’aggiornamento professionale, in cui un esperto trasferisce contenuti spesso di natura esclusivamente giuridica.
Noi siamo “formatori” e quello che trasferiamo sono nuove modalità di osservare fenomeni e di leggere ed interpretare le dinamiche che generano rischio di corruzione. Ovviamente all’interno di un contesto normativo che rappresenta la cornice di riferimento dell’agire quotidiano degli agenti pubblici.
Una formazione di qualità è idonea a scongiurare forme di boicottaggio che spesso abbiamo registrato quando sono stati somministrati corsi di “aggiornamento professionale” tutti centrati su normative, regolamenti e procedure. Un approccio troppo formale allontana le persone dal senso della prevenzione della corruzione, aumenta la distanza con gli attori della prevenzione, con i quali, invece, ci si dovrebbe alleare, e genera una sostanziale sfiducia nell’azione di prevenzione.
In questo corso troverete tre webinar presentati da me, Massimo Di Rienzo e da Andrea Ferrarini.
Oltre ai meccanismi di base della corruzione, vi guideremo all’interno delle diverse facce del fenomeno corruttivo. Nel terzo webinar esploreremo il nostro modello di indagine e lettura del fenomeno corruttivo, cioè, il triangolo della corruzione in cui esploderemo il fenomeno in tre dimensioni: organizzativa, economica ed etica.
Ci accompagnerà un caso, l’amara vicenda di Tommaso Stabile, un agente pubblico che non sa categorizzare correttamente i propri ed altrui comportamenti e che si trova ad avere l’occasione di commettere un azzardo morale.
Allora buona somministrazione!